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Il cane fantasma

 

Questa è una storia vera, me l’ha raccontata Martino, il bambino che mi sta vicino.
Qualche tempo fa i suoi genitori decisero di adottare un cane. Il bimbo era felicissimo perché aveva ottenuto ciò che chiedeva da tanto tempo.
“Non è, poi, così tanto difficile sceglierlo” pensò Martino guardandosi intorno nel canile “basta che sia bello, ubbidiente e che faccia esclusivamente quello che gli dico io.
Ma Martino si dovette accontentare dell’unico esemplare che gli si avvicinò, anche se non era bello come intendeva lui.
Così Martino si portò a casa la cagnolina (era una femmina) e cominciò con lei una grande lezione di addestramento: gli lanciava i legnetti perché lei li riportasse e se la povera Silly (scema, è questa l’ignobile traduzione del nome che Martino aveva dato alla sua fedele amica) non lo faceva, lui la prendeva a pedate. Già, perché Martino è un bambino arrogante, presuntuoso e pure maleducato ed i suoi genitori lo difendono sempre anche quando sbaglia con noi amici.
Qualche volta se lei non ubbidiva la lasciava anche senza mangiare. I suoi genitori non gli dicevano mai niente: stavano ore ed ore davanti al cellulare anche nelle pause di lavoro.
Ma un giorno le cose cambiarono: Martino iniziò a venire a scuola sempre più assonnato ed impaurito. Non bullizzava più nessun bambino, non rubava più loro la merenda ma anzi, ci guardava sempre con un’espressione impaurita che supplicava aiuto.
Così un pomeriggio, all’uscita di scuola, io, che avevo giurato di non considerarlo più perché me le aveva fatte di tutti i colori, mi sono fermato a chiedergli cosa avesse. Era meglio se non mi fossi interessato a lui perché la storia che mi raccontò mi fece accapponare la pelle.
Mi raccontò che dopo pochi giorni che aveva preso Silly e si era divertito a farle i peggiori dispetti, la notte iniziò a sentire una strana presenza ai piedi del letto. Un vento gelido si intrufolava sempre tra le lenzuola fino ad arrivare ai piedi ed una volta che era arrivato fin là, sentiva delle grandi mani secche che lo tiravano. Martino la prima sera non volle guardare e implorò chiunque fosse di smettere, ma le sere successive (perché il fatto si ripresentava puntualmente allo scoccare della mezzanotte) decise di aprire un solo occhio e vedere chi mai fosse.
Non potete credere a quello che Martino mi raccontò: in fondo al suo letto c’era una grossa ed alta figura bianca con il volto di Silly, con lunghe zampe aventi artigli affilatissimi e due piccoli ed inquietanti occhi rossi che lo fissavano. Martino provò ad urlare ma la voce non uscì. E più urlava, più la biancastra figura gli si avvicinava.
Martino, impaurito, mi raccontò di aver provato più volte ad abbandonare Silly, ma lei, puntualmente, la sera si ripresentava alla porta di casa e se lui osava non aprirle, lei entrava attraverso i muri. Non ho mai visto Martino così tanto terrorizzato: non voleva più andare a casa né tantomeno dormire.
Ma un giorno arrivò a scuola un Martino diverso: più sereno e soprattutto rispettoso. Entrò in classe salutando e soprattutto scusandosi con tutti noi compagni.
Cosa era accaduto a Martino?
Beh, quella notte Silly era ricomparsa in fondo al letto ancora più spaventosa. Addirittura questa volta la sua bocca spalancata mostrava denti affilatissimi. Martino iniziò a tremare ed a chiedere finalmente perdono per tutte le cattiverie che aveva inflitto alla povera cagnolina. Ma lei continuò a strisciare ancora di più sopra di lui e quando arrivò all’altezza del volto, dalla grande bocca, cominciarono a scendere fili di bava gelatinosa e fredda. Martino scese dal letto e corse via piangendo, gridando “cambierò”. E Silly, dopo quelle parole, proprio quelle che voleva sentire, svanì.
Anche la Silly in carne ed ossa sparì ma Martino non provò a cercarla.
Di quella storia non ne parliamo più ma, sotto sotto, so che Martino ci pensa ancora. Anch’io ci penso ancora e sono convinto che Silly sia un cane fantasma, che compare quando c’è bisogno di dare una lezione a tutti quei bambini che non si comportano poi così tanto bene con i più deboli.