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La cicala che cantava d’inverno

Mi fanno compagnia nei caldi pomeriggi d’estate e mi piacerebbe sentirle cantare sempre. Se scendo in giardino la prima cosa che faccio è seguire il loro canto e riuscire a scovarne una.
Illustrazione Cecilia Cavallini©
C’era una volta una cicala che non
vedeva l’ora che fosse l’alba per iniziare a cantare. Con il suo canto rendeva
felice le coccinelle, le lumache ed i girini dello stagno.
Al mattino la prima cosa che faceva
era un bel sorriso, poi affondava il viso in una goccia di rugiada per
svegliarsi bene e poi si metteva sulla foglia del ranuncolo a cantare.
E così cantò tutta l’estate e
quando le prime foglie cominciarono a cadere la cicala iniziò ad intristirsi
perché finiva il tempo per il suo canto.
E quando la neve ricoprì il
terreno, la cicala abbassò gli occhi perché doveva aspettare molti mesi prima
di risentire il suo canto.
Talmente era triste, decise che non
avrebbe più cantato d’estate perché tanto lo avrebbero fatto le altre cicale e
lei avrebbe cantato solo d’inverno, così da rallegrare le noiose, grigie e
fredde giornate.
“Ogni momento è buono
per cantare.”





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