Lapis, matite, fogli acquerelli hanno sempre accompagnato la mia infanzia, la mia adolescenza ed ora la mia “giovinezza”… si perché io quarantaquattro anni non me li sento! Bhé, certe volte, quando ho la giornata storta o un po’ malinconica, me ne sento tanti e tanti di più ma poi mi accorgo sempre che sogno come una bambina, sono permalosa come una bambina e mi emoziono come una bambina.

Il mio babbo mi ha insegnato a disegnare : la domenica mi sedevo accanto a lui e lo guardavo mentre dipingeva o disegnava, mentre nonna di là, suonava il pianoforte e mamma cucinava. Fu lui che mi regalò a dieci anni il mio primo cavalletto con una scatola di colori ad olio. Tanta fu la gioia che anche ora, quando sento il colore della trementina e del colore ad olio ripenso a quel giorno ed al mio babbo. Poi il resto è venuto da sé: la scuola d’arte, il periodo della pittura informale su grandi tele e le mostre in Italia ed all’estero, qualche incontro nelle scuole della mia città ed infine il web che mi ha aperto ancora più la mente e la strada.

Ci sono voluti diversi anni e, senza forzare le cose, come quei pensieri che ti attraversano la testa e certe volte li afferri solo nella parte finale, è arrivata l’illustrazione e lui: il Signor Fox. Da lì ho cominciato a voler raccontare e talmente la voglia è tanta che ci sono giorni che ho fin troppe parole ed immagini per la testa e non riesco a buttarne giù neppure una: ma a me piace così! Mi piace rincorrere le immagini, brontolarle perché non se ne vadano e cercare di farle parlare e se poi c’è un pubblico ad ascoltare la gioia è triplicata.

Così oggi tra i mille dubbi che ogni tanto mi spuntano fuori, una cosa l’ho capita: da grande voglio fare l’illustratrice.